Mia figlia da qualche giorno non fa altro che guardare E.T l’extraterreste dalla mattina alla sera, ma ogni volta che arriva la scena in cui E.T si spaventa e urla dopo aver visto il piccolo Elliot, lei si copre gli occhi per la paura.
Ieri sera dormiva beatamente nel nostro lettone, mentre io e il suo papà ce ne stavamo sul divano a guardare le immagini di quello che è successo a Parigi, e questa volta ero io a volermi coprire gli occhi per la paura.
Una paura che mi è entrata dentro, mentre questa tragedia si consumava in diretta.
Avrei voluto svegliare mia figlia e spiegarle che non doveva più avere paura di E.T, perché purtroppo qui bisogna avere paura di chi vive sul nostro stesso pianeta.
Ma l’ho lasciata dormire, e ho invidiato quell’innocenza che hanno i bambini, che li porta ad aver paura di E.T, perché non sanno ancora quello che sta accadendo nel mondo.
La Tour Eiffel si è spenta, e anche la nostra umanità.
Ogni volta che apro gli occhi, ogni giorno, vedo violenza ovunque.
Ma non dovrebbe esserci violenza in questo Universo.
Io ogni tanto vado al ristorante, a mangiare una pizza con mia figlia e il suo papà, oppure, un po’ più raramente, per una romantica cena a due. Vado nei bar, prendo caffè, bibite, e sempre qualcosa per la mia piccolina. E sono andata anche nei teatri, a vedere i concerti, ad ascoltare della buona musica. Sono andata a vedere la partita, e ho passeggiato per le strade della mia città, in piena notte.
Ho fatto cose che sono normali, che fanno tutti, che riempiono qualche venerdì o sabato sera.
Un venerdì sera come quello di ieri a Parigi. In cui le persone passeggiavano, vivevano, mangiavano del buon cibo in un ristorante, parlavano tra di loro, pensavano, ascoltavano un concerto rock e tifavano davanti ad una partita.
Era un venerdì come un altro. Anche a Parigi.
Ma poi sono arrivati dei boati. E non è più stato un venerdì come un altro.
In nessuna parte del mondo, soprattutto non a Parigi.
E’ impossibile non provare dolore. E’ impossibile non versare qualche lacrima. E’ impossibile non avere paura.
Si finisce per vivere a metà, nel terrore di una semplice e normalissima serata.
Non è questo il mondo che avrei voluto per mia figlia.
Per lei avrei voluto un mondo senza violenza, senza vendetta, senza razzismo e senza guerre.
Perché la violenza non può essere così presente in un mondo in cui dovrebbe regnare sovrana la Pace.
Io non prego, l’ho fatto raramente, e non lo farò ora.
Sono arrabbiata, perché non voglio vivere nella paura che possa succedere qualcosa di brutto anche nei momenti di tranquillità e di serenità. E sono triste, perchè la ferocia di quanto è accaduto mi ha distrutta.
Sono mamma, e per questo la mia paura si amplifica.
Non posso pensare a tutte quelle persone che ieri sono uscite per passare una bella serata, a tutti quei figli, a tutti quei genitori, fratelli, sorelle, nonni, amici, che non sono più tornati a casa.
Ci stanno impedendo di vivere in libertà, e il mondo che avrei voluto per mia figlia, invece, era un mondo che avrebbe reso liberi e uguali tutti coloro che lo abitavano.
Basterebbe così poco per cambiare questo mondo, eppure sembra essere la cosa più difficile.
Spero solo che non si alimenti l’odio, la vendetta e la violenza, e che si possa un giorno arrivare alla pace, all’unione di tutto il mondo, per un futuro sereno e felice per i nostri figli.
Il mio pensiero va a tutte le vittime di questa ennesima tragedia, a tutte le loro famiglie, a tutti i loro amici, a tutte quelle persone che sono scampate alla morte ma che porteranno per sempre una ferita sul cuore.
13 Novembre 2015 – Un’altra data da non dimenticare.
Chiara