Settembre è un mese d’inizio. Un mese in cui tutto cambia, soprattutto per i bambini che hanno iniziato la scuola o l’asilo. Mia figlia Sofia è al primo anno di scuola materna, ha iniziato da due settimane, e tutto sta andando per il meglio.
Ha passato l’estate ad aspettare l’inizio dell’asilo, contava i giorni e mi chiedeva sempre quando sarebbe arrivato quel momento. Solo qualche giorno prima ha iniziato a manifestare qualche paura e qualche dubbio su ciò che stava accadendo, ma è stato tutto passeggero.
Non c’è stato neanche un giorno, fino ad ora, in cui Sofia ha rifiutato l’asilo. Si è trovata bene dal primo momento, non ha mai pianto quando me ne andavo e non mi hanno mai detto che si è comportata male. La mattina si sveglia felice, si lascia preparare ed ogni giorno sta diventando sempre più autonoma. Va in bagno da sola, si cambia le scarpe, si cambia i vestiti. In sole due settimane, grazie all’asilo, è cresciuta. Parla meglio, parla di più, è più dolce, si diverte sempre e si lamenta molto meno durante le giornate. E’ una bambina felice, e con lei lo sono anche io.
Ma ogni giorno vedo bambini che arrivano in classe piangendo, che non vogliono farsi cambiare, che fanno di tutto per evitare di entrare all’asilo e mamme che escono stanche, dispiaciute e con mille sensi di colpa.
Io, invece, sono felice, sono tranquilla, senza preoccupazioni. Non devo battagliare ogni mattina per portare Sofia all’asilo, non devo trascinarla, non devo vederla piangere, non devo sopportare il peso dei sensi di colpa. Io l’accompagno, l’aiuto a cambiarsi, la bacio, la saluto e la guardo entrare con il sorriso sulle labbra.
Io sono fortunata, perché non so come mi sarei comportata se ogni mattina fosse stata una tragedia.
Quest’estate io ero spaventata e preoccupata al pensiero che Sofia stava diventando grande e che ci saremmo dovute separare. Temevo questo primo distacco e speravo che il tempo iniziasse a rallentare il più possibile. A volte la guardavo dormire e mi veniva da piangere, perché avevo paura che si sarebbe staccata da me e non ero pronta. Si, lo so, sono patologica ma sicuramente l’inserimento era più per me che per lei. Però sono riuscita a superarlo. Ora mi piace accompagnarla, prendere il caffè con le altre mamme, lavorare tranquilla, pulire casa ascoltando la musica e avere un po’ di tempo per me. Mi piace l’abitudine che si è creata, l’aver conosciuto persone nuove e il sapere che mia figlia è felice a divertirsi. E quando la vado a prendere è molto più dolce e coccolosa di come era prima.
Insomma, ho superato alla grande questo inserimento, così come lo ha superato lei.
Io, però, sono riuscita a superarlo grazie a lei. Solo grazie a lei.
E’ lei che mi ha dato la forza per distaccarmi, per lasciarla andare, per fare in modo di insegnarle ad essere indipendente e a riuscire a fare le cose anche senza di me. Io rimango il suo rifugio sicuro quando torna a casa.
Perciò grazie Sofia, grazie per essere una bambina così grande, così indipendente, così intelligente e socievole.
Grazie perché ogni giorno mi rendi orgogliosa di te e perché faciliti sempre il compito di mamma. Mi aiuti, mi fai da supporto, e la nostra complicità è sempre più forte.
Grazie, perché insieme siamo una vera e propria squadra.
L’inserimento è ormai superato, Sofia vuole già fare tempo pieno, ed io sono felice e fiera di mia figlia.
Non poteva andare meglio di così.
Chiara